FIRENZE – “Oggi, 4 novembre 2025, ricordiamo che 59 anni fa Firenze e la Toscana vennero travolte dalla furia dell’Arno. Ma non possiamo non ricordare che, anche negli ultimi tempi, la nostra bellissima regione, la Toscana, è stata colpita da eventi straordinari, che pur nella loro forza ci ricordano quanto sia necessaria la cura del territorio. Siamo una terra ricca di opere d’arte, ma anche di dedizione, quella che emerge proprio nelle difficoltà”. Così Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di bacino del distretto dell’Appennino Settentrionale, aprendo, in Palazzo Vecchio, davanti al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, alla sindaca di Firenze, Sara Funaro, l’evento “International Conference on Water-related Risks Reduction”
“Oggi – ha continuato Gaia Checcucci – siamo a Firenze in una delle sue sale più preziose: da dentro, ci ricorda alla luce della sua bellezza straordinaria l’importanza dell’attenzione, della cura e della responsabilità. E questo lo facciamo tutti insieme, ognuno per la propria parte, ognuno nella manifestazione del proprio ruolo e della propria attività. Deve essere così. Firenze insegna. Perché Firenze è luogo di cultura, memoria, splendore del passato, ma anche laboratorio di sperimentazione. Così io l’ho vista”.
E ancora: “Colgo l’occasione per condividere con voi che questa conferenza è seguita da 42 Paesi collegati, tra cui quelli dell’area balcanica, del Maghreb, dell’Africa del Nord e del Medio Oriente. Abbiamo ricevuto il saluto della delegazione dell’Unione per il Mediterraneo, e il suo Presidente interverrà a breve, insieme a numerose presenze che ci osservano con attenzione. Noi siamo abituati a raccogliere le sfide. E pensiamo che proprio da qui, da questo luogo di arte, cultura, identità e memoria, debba partire un grande applauso collettivo. Per affrontare con responsabilità il futuro, consapevoli dei pericoli del passato, ma convinti che possiamo contenerli e superarli”.
Gaia Checcucci ha infine presentato il Geocatalogo: ossia lo strumento che permette di fotografare il territorio in tempo reale e consultare dati e mappe attraverso l’uso di parole chiave.
“Si tratta – ha spiegato il segretario generale dell’Autorità di bacino – di uno strumento di lavoro necessario per integrare le informazioni e un sistema capace di stratificarle per consentire al pianificatore di assumere la scelta da fare, che non è in assoluto la migliore, ma è quella che poggia su basi di conoscenza solide, storicizzate, interpolate. Il sistema lavora su dati certi, affidabili e soprattutto con il cosiddetto once only: significa che l’informazione la raccogliamo e la lavoriamo una sola volta. Obiettivo? La foto del territorio, che per essere aggiornata o utilizzata, ha bisogno di un elemento di certezza da cui partire. Ossia implementato costantemente per essere al servizio di tutti e tutte le volte che servono nuove basi, nuove modellazioni, nuovi input che raccogliamo e produciamo come, ad esempio, i nostri piani stralcio”.
